Tutto inizia nel 1976 nel paese di Buia in Friuli…
Dopo il terribile terremoto del 1976, gli abitanti di Buia / Buie, come tutti gli abitanti del Friuli, hanno ricostruito il loro paese danneggiato. Decidono di abbattere i muri che rischiavano di crollare. C’era anche una casa, non come le altre, chiamata La casa delle streghe. Un tempo era ricoperta di affreschi, oggi sono rimasti solo alcuni muri con delle crepe e un mucchio di calcinacci. La gente entra nelle case per recuperare le vecchie cose. Nel granaio, in un angolo della soffitta, un libro sacro attira la loro attenzione. Si tratta di un messale che ha quasi cent’anni. Lo mettono da parte, perché qui non si butta via un libro di chiesa! Passano i mesi. Un giorno, Claudia, la moglie dell’orologiaio, lo sfoglia per curiosità. Nell’ultima pagina scopre una scritta a mano:
« Oggi primo dell’anno 1900, io Luigi Giordani, in compagnia di altri tredici friulani, ci troviamo in una baracca sporca e lugubre, al freddo più intenso, ma sempre allegri, pieni di speranza di un avvenire migliore. Che Dio ci aiuti ! – Missavaïa - Siberia»
Alla fine del XIX secolo un pugno di uomini, decidono di andare a lavorare per quel progetto pazzo che era la Transiberiana. Luigi Giordani e i suoi tredici compagni è tra di loro. Vent’anni dopo si parla ancora del famoso libro di preghiere, quando uno di loro ricorda un certo Romano Rodaro che abita a Parigi, quello che scrive nella rivista Buje Pore Nuje ! Lui, può aiutarci, aggiunge. Ma perché mai quell’uomo potrebbe esserci di aiuto? Perché lui?
In questa storia, Romano Rodaro scopre un mago, una contessa ma soprattutto, grazie alla storia dei suoi compatrioti partiti per costruire la Transiberiana, contribuisce a far conoscere quella grande epopea che hanno vissuto circa trecento friulani all’inizio del secolo scorso Il film vuole raccontare questa ricerca attraverso il viaggio di Romano Rodaro nella Transiberiana.