Quasi trecento anni fa, Udine corse il rischio di perdere il suo ruolo egemone nel Friuli ad opera di uno straordinario imprenditore carnico, Jacopo Linussio. La cui impresa di tessitura con base a Tolmezzo, era, nel settore, la più grande d'Europa, e la più grande azienda mai esistita nella Piccola Patria.
Self made man ("Videtur ex se nato" fu il suo motto), capace di dare lavoro all'intera area ("Mi giubila l'animo al sentirmi benedetto da 30 mila famiglie", lasciò scritto), inventò tecniche e pratiche moderne, come la schede perforate per i telai e la griffe.
E fu il capostipite di una piccola dinastia giunta sino ai nostri giorni con un pronipote, anche lui battezzato Jacopo, che nel '900 intraprese nuove attività industriali, legate al suo grande amore verso la montagna.
A questa figura, scomparsa nel 2004, alle soglie dei cent'anni, è dedicato il film Jacopo Linussio - Con un passo lento e regolare realizzato da Gianpaolo Penco.
Nato nel 1904, da bambino assiste alla Grande guerra, che crea gravi danni al patrimonio mobiliare e immobiliare della famiglia (la cui storica residenza diventa struttura militare, l'attuale "Caserma Cantore"). Il giovane si dedica con passione alla montagna, arrampica con Emilio Comici, il più forte alpinista dell'epoca, ma intuisce anche che nella nascente attività dello sci può esserci spazio per una nuova forma imprenditoriale.
Nel 1934 acquista una falegnameria di Udine e la trasferisce a Tolmezzo. È la fabbrica di sci Lamborghini, destinata a diventare un’azienda leader nel settore, per la qualità e la capacità innovativa (lancerà il fiberglass). L'impegno nel lavoro lo stacca dalle cime e in apparenza ne compromette il fisico. «Dalle radiografie saresti da sedia a rotelle», commenta un medico udinese. «Ma ti conosco, e so che tornerai in montagna. Ma fallo senza forzare».
Jacopo obbedisce. Si allena con cura, quotidianamente, sui sentieri e nella palestra di roccia dello Strabut. A 85 anni è in vetta al Cervino, a 89 suona la campana sul Campanile di Val Montanaia, mai scalato in gioventù.
A 98 anni lo si poteva trovare ancora con gli sci e le pelli di foca, a risalire con calma i declivi dello Zoncolan. A chi lo guardava stupito, diceva: «Ci vuole una buona salute, ed è un regalo del Padreterno. Poi bisogna non mollare, tenersi sempre in forma. Io non mi sono mai allontanato dalla montagna, sono sempre andato con il mio passo, lento e regolare»
Ingresso libero
A seguire testimonianze e dibattito