Una donna dedita alla sicurezza del Paese è avvilita dal degrado, soprattutto da quello romano, e decide di prendersi una rivincita con mezzi a dir poco spropositati contro una galleria di maschere, rispetto a cui è troppo facile sentirsi superiori, il tutto mentre si consuma una blandissima parodia del genere spionistico.
Quarto film consecutivo della coppia (anche nella vita) Riccardo Milani-Paola Cortellesi dopo Scusate se esisto!, Mamma o papà? e il grande successo di pubblico di Come un gatto in tangenziale, Ma cosa ci dice il cervello? è però disarmante. Se l'idea di fondo ha il retrogusto di superiorità intellettuale della sinistra che vuole dare lezioni al popolo bue o ai "cafonal", la parte di spionaggio vorrebbe invece essere semplicemente comica ma è più spesso penosa, soprattutto per l'insipienza spettacolare della messa in scena. In particolare il quartier generale della Sicurezza Nazionale è un set di una povertà abbagliante, dove la fotografia non ha alcuna profondità e i dialoghi messi in bocca al povero Remo Girone sono enunciati con mal celato imbarazzo.
Paola Cortellesi fa del proprio meglio e sicuramente ha un talento comico degno di miglior causa, così come è un vero spreco l'uso di Vinicio Marchioni e Lucia Mascino nel ruolo di amici senza colore, e ancora peggio va a Claudia Pandolfi, cui tocca una macchietta chiassosa. Stefano Fresi è poi l'interesse romantico del liceo di Giovanna, che una volta era un atleta e ora è un obeso, ma naturalmente dal cuore grande, tanto che sarà il suo nobile tentativo di farsi rispettare dagli studenti (per certi versi un ritorno di Milani ai temi del suo esordio con Auguri professore) a mostrare a Giovanna che il buon esempio è più efficace della vendetta.
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